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Tabagismo, vittima un salentino su quattro. Le donne fumano sempre di più

Nel corso di un convegno del Centro Antifumo della Asl snocciolati i dati per la provincia di Lecce: un terzo dei pazienti è under 25. Maschi più propensi a smettere

COPERTINO – Poco meno di un terzo dei tabagisti seguiti dal Centro antifumo della Asl di Lecce ha tra i 18 e i 25 anni, mentre già durante la scuola secondaria uno studente su quattro ha l’abitudine di fumare. Dai dati raccolti durante l’attività terapeutica e da quelli emersi dalle indagini condotte, rimane preoccupante l’esposizione dei giovani ai rischi derivanti dal consumo di sigarette, ma lascia intravedere margini di fiducia il fatto che in quella fascia d’età si registrino risultati positivi nel percorso finalizzato a smettere di fumare.

Dei rischi legati al consumo di tabacco e della necessità di lavorare in tema di prevenzione si è discusso nel corso di un convegno organizzato a Nardò nell’ambito della seconda Giornata per la Prevenzione dal fumo di tabacco che ha riunito medici, operatori, cittadini e soprattutto studenti.

Alberto Fedele, direttore del Servizio igiene e Salute Pubblica della Asl Lecce, ha rappresentato il contesto salentino: “La prospettiva di contrasto su cui spendersi è nel fare sistema. Svolgiamo un’indagine costante sul territorio e possiamo dire che la provincia di Lecce è messa meglio rispetto alla Puglia: una persona su 4 è fumatrice, sono circa 127mila i fumatori, un quarto sono ex fumatori, più del 50 per cento sono i non fumatori. È in corso uno studio per capire il perché dell’alta percentuale di tumori polmonari in provincia di Lecce, causata forse da vecchie abitudini di 15-20 anni fa, il tempo in cui si manifestano i problemi legati al fumo. Per questo è fondamentale adottare stili di vita corretti  e contrastare certe dinamiche. Le donne stanno fumando sempre di più, con rischi aggiuntivi per la gravidanza e per il bambino in grembo. Gli anziani fumano di meno, anche perché vedono sul proprio corpo i danni provocati dal fumo, mentre i giovani sono meno consapevoli, per cui bisogna evitare di pensarci quando il fumo ha già prodotto danni”.

Il centro antifumo della Asl di Lecce, che ha sede a Copertino, nel corso degli anni ha preso in carico 801 pazienti, di cui 559 maschi. La fascia d’età maggiormente dedita al tabagismo è quella compresa tra i 40 e i 60 anni (45 per cento). Nel 57 per cento dei casi i pazienti dimostrano un grado di dipendenza medio alto e nell’84 per cento palesano un indicatore di dipendenza nicotinica di alta intensità e una inclinazione bassa a smettere di fumare. Il programma terapeutico seguito dal centro dura tre mesi e comprende terapie integrate  - mediche, psicologiche ed  educative -, psicoterapie, terapie di gruppo, counseling, sostegno educativo. Come terapia alternativa è prevista l’ipnosi. Sono previste dieci sedute in media e attività di monitoraggio al sesto, al nono e al dodicesimo mese.

Un quarto di coloro che si sono rivolti al centro, spesso su input dei propri medici di base, hanno smesso di fumare, mentre il 7 per cento ha messo in evidenza recidive entro un anno. Un altro quarto ha ridotto comunque di due terzi il numero di sigarette consumate, un terzo del totale lo ha diminuito di un terzo. Nell’11 per cento dei casi non si sono ottenuti risultati. Gli esiti positivi si registrano, oltre che tra gli under 25, anche tra gli over 50 e comunque sono più diffusi tra la popolazione maschile.

Il fumo, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, è responsabile di un terzo di tutti i decessi per cancro e del 15 per cento delle morti per qualunque causa, uccidendo più persone che l’alcol, l’Aids, le droghe, gli incidenti stradali, gli omicidi e i suicidi. Il dottor Francesco Tarantino ha raccontato l’esperienza del centro di Copertino: “C’è un morto per fumo ogni 8 secondi nel mondo e sette milioni in un anno, 11 milioni di fumatori in Italia, 1,5 milioni in Puglia. Il fumo è una dipendenza, una malattia del cervello nella sua parte più antica, il cervello emotivo, ma è anche qualcosa di più: un disagio che coinvolge la nostra esistenza”.

Il tabagismo, ha spiegato Tarantino, è una patologia “che crea danni a tutti gli organi e provoca tosse, bronchiti, allergie, sinusiti, ictus, infarto, ipertensione. Per le patologie fumo-correlate si registrano 84mila decessi l’anno in Italia. Nelle sostanze nocive, poi, ci sono componenti che legandosi al dna alterano l’equilibrio con cui il nostro organismo si difende dai cancerogeni, esponendoci così all’insorgere di tumori. Fumare venti sigarette al giorno per un anno equivale a sottoporsi a 25 esami ai raggi X”.

Nove casi su dieci di tumore al polmone possono essere attribuiti alle sostanze cancerogene presenti nelle sigarette, ma favoriscono anche, in maniera diversa, quello alla gola e al cavo orale, a pancreas, colon, vescica, esofago, seno e anche alcune leucemie. Il fumo è un fattore di rischio, questo va ricordato, anche per chi fumatore non è, ma è vittima di fumo passivo o del cosiddetto fumo di terza mano, cioè all’aria aperta.

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