Attualità

Incontro al futuro: sei consultazioni pubbliche per dare forma al Pug

Più estesa di Milano, Napoli e Barcellona; con una costa lunga tre volte quella di Riccione. Come immagina Lecce il suo futuro? Presentato il percorso di partecipazione dei cittadini alla redazione del Piano urbanistico generale

Una rappresentazione digitale del territorio comunale.

LECCE - Sei incontri in vari luoghi della città, tra il 10 dicembre e il 25 febbraio, e un sito per favorire la più ampia partecipazione possibile: con questa articolazione prenderà il via il percorso di consultazione pubblica preliminare alla redazione del Piano Urbanistico Generale (il Pug): “Non sarà un mero adempimento di legge – ha precisato il sindaco, Carlo Salvemini - ma un passaggio dirimente”.

Il primo cittadino, insieme all’assessora all’urbanistica, Rita Miglietta, e al dirigente di settore, Maurizio Guido, ha presentato questa mattina in conferenza stampa le tappe e le modalità di questo confronto aperto che accompagnerà l’amministrazione e i tecnici nel cammino verso la scrittura del piano. L’obiettivo è di chiudere il percorso di approvazione entro i primi mesi del 2024, quando l'attuale esperienza amministrativa andrà a scadenza e i leccesi saranno chiamati al voto per il rinnovo del consiglio comunale. È del resto l'adozione del Pug l’obiettivo di mandato più difficile e ambizioso che Salvemini aveva inserito nella sua proposta politica agli elettori.

Cos’è il Pug?

Il Pug è lo strumento di pianificazione più importante, quello che fornisce le linee guida e le regole dello sviluppo di ogni città. A costo di semplificazioni e per essere molto spiccioli, stabilisce dove e quanto è possibile costruire nuove volumetrie, come connettere le varie parti del tessuto urbano, dove è possibile realizzare un certo tipo di attività e dove realizzare parchi e giardini, come favorire la creazione di servizi per i cittadini. Insomma, è la visione complessiva di una città proiettata nel futuro e, per questa sua ambizione, è calamita di molti e tangibili interessi, talvolta anche in conflitto tra di loro. Conciliare le spinte e le sollecitazioni dei privati con l’interesse pubblico e inserire questa sintesi in una visione generale è quello che, banalmente, si cerca di fare con un Pug. In altre parole è l’eredità più grande che un’amministrazione lascia non solo alla successiva, ma alle generazioni che si troveranno a vivere in quella comunità. È un’impronta politica che si lascia sulla carne viva della città.

Salvemini, certamente, avverte la responsabilità del passaggio che è stato annunciato oggi: “Abbiamo un’occasione storica per rimediare alle molte inadeguatezze che il passato ci consegna sul fronte dello spazio pubblico, che è dove si svolge la vita di comunità: piazze, strade, parcheggi, scuole, asili, parchi, quella che io chiamo la città pubblica, che nella nostra città è stata per un lunghissimo periodo sacrificata alle necessità private, determinando le carenze delle quali si discute quotidianamente. Per questo invito tutti a sentirsi protagonisti, a partecipare agli incontri pubblici in presenza, a fare propri i dati e i contenuti del sito e interagire attraverso la piattaforma digitale, che accompagnerà questo grande processo politico collettivo che è destinato a incidere profondamente sulla vita della comunità”.

I temi

Non a caso si partirà dalla “città verde” – sabato prossimo alle 16 presso le Officine Cantelmo -. Il primo incontro sarà incentrato sui margini del territorio urbano, quella zona ibrida tra città e campagna, dove ci sono insediamenti frammentati e dove si concentrano molte delle previsioni non attuate del Pug vigente (del 1989). L’idea centrale è quella di creare un migliore equilibrio tra la città e la parte più rurale attraverso un sistema di parchi agroforestali – distinti e complementari dai parchi cittadini - per collegare i quartieri con il territorio intorno.

Ci sono dei dati oggettivi che pongono la questione del verde come infrastruttura necessaria e non come un elemento decorativo, aggiuntivo. Alcuni esempi: per ogni abitante ci sono 366 metri quadrati di suolo consumato, cioè una superficie grande come un campo di calcio a 5, mentre la disponibilità di verde pubblico è di soli 9,5 metri quadrati. Lo stesso sindaco, rispondendo a una domanda, ha anticipato: “La premessa di ogni ragionamento è che Lecce è una città media per abitanti ma metropolitana per estensione: il suo territorio, infatti, è più vasto di quello di Milano, Bari, Napoli, Palermo, Barcellona. Questo significa che ha il gettito fiscale proporzionato al numero di abitanti, ma deve garantire servizi per un territorio molto più vasto del nucleo urbano, come i trasporti, la raccolta dei rifiuti, il verde e la sua manutenzione”.

Gli altri incontri tematici saranno incentrati su “la città capoluogo” - il 17 dicembre alle 16 presso la Camera di Commercio -; “la campagna di Lecce” - il 14 gennaio alle 10 nell'aula magna dell'istituto agrario Presta Columella; “il grande Centro” dedicato a centro storico, viali attorno, zona stazione e quartiere Mazzini si terrà il 21 gennaio alle 10 alle Officine Cantelmo, quindi “il mare di Lecce”, cioè i 22 chilometri di litorale (più di tre volte la costa di Riccione) al Teatro Koreja il 4 febbraio alle 10 e, infine “i quartieri di Lecce”, incontro suddiviso in due giornate (18 e 25 alle Manifatture Knos). 

Perché i dati sono importanti?

Pianificare le direttrici di sviluppo non può prescindere dalla conoscenza della situazione attuale che, a sua volta, è frutto di scelte del passato. Soltanto con la consapevolezza che deriva dallo studio di tutto quanto è stato fatto fino a oggi e di quelle che sono le esigenze attuali dei residenti - e di chi la città comunque la vive quotidianamente - si possono adottare decisioni lungimiranti, coerenti con il contesto.

In questa direzione è stato costruito il sito del Pug che, al primo accesso, si rivela chiaro e funzionale: consente di prendere visione dell’archivio storico dei documenti di pianificazione – a partire dal piano regolatore e di ampliamento della città del 1934 -, ma anche di prenotarsi per un intervento nel corso dell’incontro pubblico che interessa; di condividere proposte e segnalazioni e di localizzare i servizi, le strutture e i punti di interesse di tutto il territorio comunale. Un luogo virtuale, insomma, ben organizzato dove ciascuno può dire le sua e avere elementi di conoscenza per esprimere posizioni consapevoli della realtà.

L’assessora Miglietta ha sottolineato lo sforzo collettivo fatto per arrivare pronti al percorso di consultazione, ringraziando tutti i componenti del vasto gruppo di lavoro che è stato messo insieme: “L’amministrazione con il suo ufficio di piano e il team del Politecnico di Milano e di Unisalento ha messo in ordine un insieme corposo di informazioni - ha detto l'esponente della giunta - e definito uno “spazio comune” per parlare insieme alla cittadinanza della città, di come si è trasformata, di come siamo arrivati alla Lecce attuale, di temi centrali per proiettarla nel futuro. Ci sono diverse occasioni per stare insieme, per trascorrere il tempo libero, per andare ad uno spettacolo, ad una manifestazione sportiva, per lavorare, questa consultazione pubblica è un’occasione per stare insieme per Lecce, avanzare proposte, idee, aspettative, ribadire o segnalare criticità, condividere insieme ad altri come dovrebbe essere la nostra città nel futuro, avendo a cuore lo spazio che ogni giorno abitiamo”.

L'Ufficio di Piano, i consulenti, i collaboratori

A capo dell'Ufficio di Piano vi è Maurizio Guido, dirigente del settore, coordinatore dell’ufficio e responsabile unico del procedimento (Rup); poi vi è il gruppo di lavoro, tutto al femminile, composto da Annamaria Gagliardi (supporto al Rup), Emanuela Braì (margini periurbani, territorio agricolo, pianificazione intercomunale di prima e seconda corona), Gilda Convertino (zone produttive e commerciali, centro antico, progettazione), Silvia Sivo (territori costieri, coprogettazione, attività partecipativa e concertativa), Giulia Spadafina (città compatta, periferie, città pubblica).

Quindi il gruppo di lavoro del DAStU-Politecnico di Milano con Mariasilvia Agresta, Francesco Curci (co-coordinatore scientifico), Vito D’Onghia, Agim E. Kercuku, Arturo Lanzani (supervisore scientifico), Christian Novak, Federico Zanfi (responsabile e co-coordinatore scientifico), i cui collaboratori sono Gloria Crisogianni, Giacomo Ricchiuto.

Per le consulenze sono stati coinvolti Stefano Margiotta (Geologia- Idrogeomorfologia); Pietro Medagli, Stefano Arzeni, Alessio Turco (Ofride srl) per gli aspetti Botanico-vegetazionali; Grazia Semeraro (Dipartimento dei Beni culturali dell’Università del Salento), Vito Giannico per l’archeologia; Irene Petrosillo (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche dell’Università del Salento) per aggiornamento dell’uso del suolo e Vas (valutazione ambientale strategica); i collaboratori Donatella Valente, Angela Maria Scardia, Erica Maria Lovello; Silvestro Lazzari per le questioni giuridiche. A questa pattuglia di architetti, docenti, tecnici e professionisti di vari ambiti si aggiungono poi tutti i tecnici comunali che nei vari settori si coordinano con l’Ufficio di Piano.


Si parla di