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Diffidate Asl e Regione: 34 operatori sanitari rivendicano la proroga

Si chiede l’estensione del rapporto di lavoro di 36 mesi anche del personale non è attualmente in servizio per il diniego opposto da via Capruzzi

Interni del "Vito Fazzi".

LECCE – Trentaquattro operatori sanitari rivendicano il diritto al mantenimento in servizio, esattamente come avvenuto per altro personale il cui rapporto è stato prorogato per 36 mesi in virtù di una recente deliberazione della Giunta regionale, e per questo motivo hanno presentato una formale diffida all’assessorato della Sanità della Regione Puglia, retto da Rocco Palese, e al direttore generale dell’Asl di Lecce, Stefano Rossi.

L’atto stragiudiziale di diffida, redatto dall’avvocato Pietro Quinto, sottolinea che i ricorrenti assunti per una durata di circa un anno, a seguito di una selezione pubblica, per fronteggiare le necessità derivanti dall’emergenza Covid, hanno cessato dal servizio nel giugno del 2022. Infatti, nonostante la formale richiesta della direzione dell’Asl, la Regione non ha a suo tempo autorizzato la proroga. “E tuttavia - sottolinea il legale, nell’interesse dei suoi rappresentati - l’Asl ha poi proceduto a nuove assunzioni. A questo punto è intervenuta una deliberazione della Giunta regionale con la quale è stata riconosciuta all’Asl la facoltà di prorogare di 36 mesi i contratti attualmente in essere”. Ciò che è avvenuto.

Nell’esposto viene denunciata la violazione del principio di ragionevolezza, con disparità di trattamento e ingiustizia manifesta. I ricorrenti lamentano non solo che sia stata negata la proroga del rapporto a tempo determinato, ma anche il fatto che, non risultando in servizio alla data di adozione della deliberazione regionale (dicembre 2022), non possono beneficiare della proroga di 36 mesi. Sono così rimasti privi del posto di lavoro con l’impossibilità di maturare il periodo necessario per la stabilizzazione.

Con l’atto di diffida, notificato dall’avvocato Quinto a Regione e Asl, sottoscritto dai 34 operatori sanitari, si chiede quindi l’estensione della proroga dei 36 mesi anche del personale che non è attualmente in servizio per il diniego opposto dalla stessa Regione. In caso contrario, si rischierà di arrivare al contenzioso.


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